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RIFORMA PENSIONI: NOVITA’ 2024 - Centro Servizi Panvini | Servizi per imprese, professionisti e cittadini

Tutte le novità su pensioni e riforma del sistema previdenziale: proroga Opzione Donna (rimodulata), APE Sociale nuova Quota 103, in attesa di trovare una collocazione nella prossima Riforma Pensioni 2024.

Ecco le ultimissime novità, le guide complete ad ogni formula di pensione, la simulazione e calcolo della decorrenza per la pensione, i requisiti di accesso in base all’età pensionabile e ai contributi versati.

Il sistema pensionistico pubblico in Italia è regolato dalla Riforma Dini negli artt. 1, 2 3, modificati dalla Legge Fornero 2011 e dalla Riforma Pensioni 2020 del Governo Conte, in attesa della Riforma Pensioni Draghi 2022-2023. In generale, queste riforme mirano ad un progressivo controllo della spesa, al consolidamento della previdenza complementare e alla flessibilità di uscita dal mondo del lavoro.

Le gestioni pensionistiche (assicurazioni sociali obbligatorie) sono regolate da leggi speciali e controllate dallo Stato attraverso enti previdenziali (art. 38 della Costituzione). Il sistema di tutela previdenziale italiano è strutturato in due settori di riferimento:

  • uno destinato ai lavoratori dipendenti, pubblici e privati, autonomi e collaboratori, gestito dall’INPS in cui ora sono confluite anche le ex gestioni INPDAP ed ENPALS;
  • uno indirizzato alle categorie di liberi professionisti, gestito dagli enti previdenziali di diritto privato.

Quanti anni di contributi servono per la pensione minima?

Per la pensione di vecchiaia ci vuole un’anzianità contributiva minima di 20 anni (1040 settimane), oltre ad un’età anagrafica di 67 anni. Per la pensione anticipata ci vogliono invece 42 anni e dieci mesi di contributi per gli uomini e  41 anni e dieci mesi di contributi per le donne. È possibile raggiungere il requisito anche attraverso il versamento di contributi volontari.

Che differenza c’è tra pensione di vecchiaia e anzianità?

La differenza tra la pensione di vecchiaia e quella anticipata (ex pensione di anzianità) è il requisito di accesso: 67 anni per la prima e nessun vincolo di età per la seconda, che però richiede un maggior numero di contributi versati.

Come pagare i contributi senza lavorare?

Per raggiungere il requisito minimo di 20 anni (1040 settimane) di contributi per andare in pensione di vecchiaia a 67 anni, chi non lavora può pagarsi da solo i contributi: basta ottenere l’autorizzazione INPS al versamento volontario ed avere almeno un minimo di contributi già versati. Si può anche versarli un po’ per volta: l’autorizzazione non scade.

Quanto costa versare i contributi volontari?

L’importo dei contributi da versare per ogni anno ai fini della pensione ha un costo che varia in base alla gestione presso cui si è iscritti (dipendenti, autonomi, commercianti, ecc.). Il costo varia da circa 2.500 a circa 4.000 euro per versare un anno di contributi INPS. Le regole per il calcolo del costo dell’onere contributivo sono diverse a seconda del soggetto assicurato.

Quanto costa riscattare i contributi non versati?

Per raggiungere il requisito contributivo per la pensione, si possono riscattare contributi non versati in passato. L’onere di riscatto (deducibile IRPEF) si può versare in un’unica soluzione o a rate in 10 anni. In base alla tipologia di periodi da riscattare (come il riscatto di laurea o del militare) si può applicare il riscatto agevolato, che costa circa 5mila euro per ogni anno. Si possono anche riscattare periodi più brevi.

Chi non ha contributi può avere pensione?

Chi ha almeno 5 anni di contributi può ottenere la pensione di vecchiaia a 71 anni di età. Per chi invece non ha mai lavorato e quindi non ha contributi versati (né può versarli da sé), si può avere diritto a delle prestazioni assistenziali che sostituiscono la pensione, ad esempio l’assegno sociale.

Quali sono i requisiti per l’assegno sociale?

Per ottenere l’assegno sociale (ex pensione sociale) bisogna aver compiuto 67 anni di età e non superare il reddito personale di 6.542,51 euro annui e 13.085,02 euro di reddito complessivo con il coniuge. L’importo dell’assegno sociale è pari a 503,27 euro per 13 mensilità.

Come ottenere la pensione di casalinga?

Le casalinghe possono ottenere la pensione sociale a 67 anni se hanno un reddito di circa 6mila euro annui (il doppio assieme al coniuge) oppure la pensione casalinghe se si iscrivono dai 18 anni in poi (anche gli uomini) al Fondo casalinghe, che pagherà una pensione a 57 anni d’età, oppure 65 anni se i versamenti non raggiungono l’assegno sociale maggiorato del 20%.

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